La radiofrequenza pulsata nella cura del dolore della colonna vertebrale

La radiofrequenza pulsata rappresenta una nuova tecnologia nel trattamento del dolore acuto e cronico. La sua applicazione avviene in regime ambulatoriale ed è miniinvasiva. Un fine ago, detto cannula, del diametro di 0,7 mm viene introdotto dopo anestesia locale della pelle e con l’aiuto della radioscopia, in rari casi della Tac, verso il nervo o la struttura, che si desidera trattare.

Nella cannula viene introdotto un filo metallico, detto elettrodo, collegato al generatore di radiofrequenza attraverso il quale fluisce una corrente, non percepita dal paziente, che ha la medesima frequenza delle onde radio. E’ recentissimo l’uso di cannule con elettrodo integrato o monouso. La corrente di radiofrequenza genera un campo elettrico, che, attraverso vari meccanismi di natura biomolecolare, porta ad una diminuzione sostanziale o alla scomparsa del dolore.

Le temperature misurate durante il trattamento non superano mai i 41°C e quindi escludono la possibilità di creare danni anche minimi.

Nel corso degli anni dalla sua prima applicazione nel 1996 il trattamento per radiofrequenza pulsata è notevolmente evoluto e viene praticato in tutto il mondo. Sono stati sviluppati nuovi generatori, che permettono il trattamento di più nervi contemporaneamente, accorciandone notevolmente la durata.

Il metodo viene generalmente usato per curare dolori in relazione a patologie della colonna vertebrale e dei nervi cranici e periferici.

Recentemente il suo uso è stato ampliato al trattamento di dolori provenienti da altre strutture, che la colonna vertebrale.

Il team resta a disposizione per chiarimenti in merito.

La radiofrequenza pulsata nella cura del dolore muscoloscheletrico

I dolori, che coinvolgono le articolazioni, i tendini, i legamenti ed i muscoli che costituiscono il sistema muscolo-scheletrico sono frequenti a partire dai sessant’anni per gli uomini e dalla menopausa per le donne. Molto spesso sono debilitanti, poiché limitano in modo importante le attività quotidiane, sia in ambito lavorativo che del tempo libero.

Il dolore muscoloscheletrico rappresenta un sintomo altrettanto frequente in quella fascia della popolazione, che pratica attività sportive sia nel tempo libero che professionalmente. Quando una lesione importante è esclusa, la RFP, specialmente nella sua applicazione transcutanea non invasiva, può accorciare i tempi di ripresa dello sport, portando ad una diminuzione del dolore dopo alcune sedute. Inoltre la tecnologia che noi pratichiamo, non comporta l’infiltrazione di preparati, che possono limitare la pratica di attività sportive, soprattutto a livello professionistico.

Nel 2003 si è scoperto, che mettendo un ago nell’articolazione di un ginocchio, che presentava dolori a seguito di un’artrosi e facendo passare attraverso l’ago una corrente di radiofrequenza pulsata (RFP), il dolore diminuiva in modo importante. Questa fondamentale osservazione non solo ha dimostrato che la RFP agisce nel trattamento dei dolori articolari, ma anche che essa esercita un effetto antinfiammatorio.

Infatti il dolore in molti casi è causato da uno stato infiammatorio, che interessa parti dell ‘articolazione analoghe e comuni anche ad altre strutture quali tendini e legamenti. Il beneficio della RFP nella cura dei dolori articolari è stato in seguito confermato da numerosissimi trattamenti, applicati ad articolazioni grandi e piccole. Buoni risultati sono stati ottenuti anche nella cura dei dolori tendinei e legamentari.

La nostra esperienza positiva per quanto concerne l’uso della RFP applicata al dolore muscolo scheletrico ha inoltre confermato, che la durata del beneficio ottenuto è nettamente superiore a quella conseguente all’uso di derivati del cortisone. Inoltre la RFP articolare e tendinea non genera alcuna complicazione o effetti secondari. Essa può essere applicata anche per via transcutanea, in certi casi, evitando così l’uso di aghi, risultando non invasiva. Il beneficio ottenuto è stato provato scientificamente da due studi randomizzati in doppio cieco.

Indicazioni per i trattamenti

Cefalee e dolori al viso:

  • Cefalea posttraumatica
  • Cefalea cervicogenica
  • Cefalea “a grappolo” (foto)
  • Nevralgia del trigemino
  • Nevralgia del glossofaringeo
  • Dolori dei nervi occipitali maggiore e minore (foto)
  • Dolori facciali atipici, dolore facciale idiopatico persistente (PIFP)

Dolori cervico-brachiali:

  • Dolore radicolare da ernia discale e restringimento foraminale
  • Dolore faccette articolari (foto)
  • Dolore articolazione atlanto-assiale (C1/C2) foto
  • Dolore discogenico
  • Dolori da sindrome dello stretto toracico (foto)

Dolori toracici:

  • Dolori radicolari
  • Dolori faccette articolari
  • Sindrome della XII costola

Dolori lombo-sacrali:

  • Dolori radicolari da ernia discale, restringimento foraminale e del canale spinale (foto)
  • Dolori delle faccette articolari
  • Dolore discogenico (foto)
  • Dolori da frattura vertebrale su osteoporosi o dopo trauma senza deficit neurologici (foto)
  • Dolore dell’articolazione sacroiliaca (foto)

Dolori dopo intervento chirurgico:

  • Failed Back Surgery Syndrome
  • Alterazioni cicatriziali nel canale spinale
  • Nn. occipitali maggiore (foto) e minore
  • Sindrome del tunnel carpale: n. mediano (foto)
  • N. ulnare
  • N. ilioipogastrico, ilioinguinale, genitofemorale
  • N. cutaneo del femore laterale
  • N. pudendo
  • N. tibiale
  • N. peroneo comune
  • N. tibiale posteriore
  • Nn. interdigitali (sindrome di Morton) – (foto)
  • Xifodinia
  • Coccigodinia (foto)
  • Vulvodinia
Estremità superiori:
  • Articolazione temporo-mandibolare (foto)
  • Spalla, compresa articolazione acromio-clavicolare (foto)
  • Gomito
  • Polso
  • Articolazione metacarpo-falangeale I per rizartrosi (foto)
  • Articolazioni metacarpo-falangeali e interfalangeali mano

Estremità inferiori:

  • Anca (foto)
  • Ginocchio (foto)
  • Varie articolazioni della caviglia
  • Alluce valgo (foto)
  • Articolazioni metatarso falangeali
  • Articolazioni interfalangeali del piede

Estremità superiori

  • Tendine del bicipite al capo omerale
  • Cuffia dei rotatori della spalla
  • Epicondilite laterale e mediale
  • Tenosinovite De Quervain (foto)
  • Tendini estensori della mano
  • “dito a scatto” (foto)

 

Estremità inferiori

  • Tendini degli abduttori al trocantere maggiore (anca)
  • Tendini della “zampa d’oca” (foto)
  • Tendine d’Achille (foto)
  • Fascia plantare per fascite plantare (foto)
  • Tendine estensore lungo dell’alluce

La radiofrequenza pulsata transcutanea (RFPTC) viene usata dal 2003 nella terapia dolore. Recenti studi scientifici sulla sua applicazione  per dolori della spalla e del ginocchio ne hanno provata l’ efficacia.

Il trattamento con la RFPTC viene realizzato con elettrodi “ a placca” applicati sulla pelle del paziente attraverso i quali passa la corrente di radiofrequenza. E’ molto importante la posizione e la dimensione dell’ elettrodo attivo come quella dell’ elettrodo dispersivo da dove la corrente esce dal corpo. I parametri usati vengono stabiliti con formule matematiche calcolate in modo da ottenere il campo elettrico necessario per eseguire il trattamento.

La terapia è indolore e non produce alcuna sensazione sgradevole. Il beneficio viene avvertito dopo circa 24-48 ore o al massimo una settimana. La procedura puo’ essere ripetuta diverse volte a distanza di circa 1-2 settimane.

Non vi sono controindicazioni particolari tranne la presenza di un pace-maker o stimolatore midollare. Non viene eseguita in gravidanza.

Indicazioni:

  • Dolori aspecifici cervicali, toracici e lombosacrali
  • Dolori della spalla, ginocchio
  • Sindrome del tunnel carpale
  • Polineuropatia delle piccole fibre con dolori brucianti delle mani e dei piedi
  • Dolori aspecifici delle estremità, mani e piedi (foto)
  • Dopo trauma senza danni importanti
  • Stress emozionale